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Preghiera di Lode

Il Papa disse: Il Cristiano si deve distinguere nell’arte della preghiera… È necessario imparare a pregare come dissero i discepoli: insegnaci a pregare.
La preghiera caratterizza il Cristiano, perché è il modo attraverso il quale si manifesta la santità, la presenza di Dio nella nostra vita. I Cristiani sono coloro che sanno donare tempo a Dio, non dobbiamo dimenticare che la nostra vita è il Kairos cioè il tempo favorevole.
La preghiera è la relazione con Dio e con gli altri, è fondamentalmente un’esperienza di fede, la fede cristiana non è credere alle dottrine, ma è legame, comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Pregare vuol dire affidarsi a Dio affinché i credenti abbiano la possibilità di rendere gloria al Padre che è nei cieli. La preghiera deve alimentare la speranza di poter un giorno contemplare il volto di Dio, infatti dovrebbe essere del tipo maranà tha, Vieni o Signore. Il santo padre parla di arte nel pregare, la preghiera per il cristiano deve essere un capolavoro, ci deve essere un’armonia tra desiderio di Dio, ascolto, silenzio, umiltà.
San Paolo diceva:
Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma diventato uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato.
La preghiera è legata alla nostra crescita spirituale, la scuola dove si impara a pregare non sono i libri, ma è la preghiera stessa. L’umiltà è la condizione fondamentale per pregare. Il significato della parola “preghiera” risale a precarius che rinvia alla situazione di precarietà, di bisogno che ha l’uomo. In profondità il credente non ha altro bisogno se non l’amore di Dio. Il modello del vero orante è il pubblicano che troviamo nel Vangelo, il quale a differenza del fariseo non si riconosce giusto e perfetto, ma semplicemente si vede bisognoso della misericordia di Dio. La conoscenza della propria limitatezza è fondamentale per essere nella Verità, mentre l’esaltazione di se stessi è un ostacolo alla conoscenza di Dio.
Chi riconosce i propri peccati è più grande di chi risuscita i morti. (Isacco il Siro)
Nella preghiera di Gesù notiamo:
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra… Chiedete, cercate…
Possiamo notare due momenti
Lode/ringraziamento Richiesta/supplica
Ci sono molti Salmi che hanno questo schema, cioè da una supplica arriviamo a una lode, o viceversa (Sal 22). Intreccio tra lode e supplica manifesta la forma ciclica della preghiera, ogni forma di richiesta è preceduta da una professione di fede o lode. Non possiamo chiedere qualcosa a Dio se non lo riconosciamo come Signore e Salvatore. La richiesta suppone sempre la lode, nella Bibbia lodare Dio significa credere in Lui.
Se la nostra preghiera fosse solo richiesta senza l’esperienza della lode non sarebbe preghiera cristiana. Invece se crescessimo nella capacità di lodare sapremmo chiedere a Dio ciò che è conforme alla sua volontà. San Paolo dice che: neanche noi sappiamo ciò che è giusto chiedere (Rm 8,26) però sa qual è la volontà di Dio: rendere grazie in ogni cosa (Ts 5,16).
Il prefazio alla preghiera Eucaristica dice:
È veramente cosa buona e giusta nostro dovere e fonte di salvezza rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Padre Santo, per Gesù Cristo nostro Signore.
Lodare Dio no è solo buono ma anche nostro dovere, per il semplice fatto di aver ricevuto il dono della Salvezza. Il cristiano non ha nulla da offrire a Dio se non la gratitudine per il sacrificio del suo unico figlio Gesù Cristo. La lode è l’unico modo per accettare il dono della salvezza. Lo scopo della preghiera è la Carità: conoscere l’amore di Dio, per amare come Dio ci ama. Dall’episodio del vangelo di Marta e Maria, possiamo vedere che Maria ha capito che accogliere Gesù non significa fare delle cose per lui, ma lasciare che lui operi attraverso la parola nella nostra vita.
Se Dio è parola il Cristiano è ascolto: Il verbo utilizzato per descrivere ciò che stava facendo Maria indica un’azione che inizia ma non finisce “ascoltava” cioè rimaneva in ascolto, un ascolto costante. Perciò nella preghiera ci deve essere l’ascolto, essa dovrebbe scaturire come risposta alla Parola. Preghiamo lasciandoci servire da Dio con il dono della sua Parola. In questo senso comprendiamo anche il valore del silenzio, come capacità di accoglienza e di abbandono alla volontà del Signore. Il silenzio è anche la presa di coscienza di essere alla presenza di Dio. San Paolo ci dice che proprio l’ascolto della voce di Dio per mezzo dello Spirito Santo ci educa e ci abilita alla preghiera. Ci dobbiamo lasciare condurre all’ascolto di Dio dallo Spirito Santo, il quale è definito da Giovanni ascolto: Egli non parlerà da se ma dirà tutto ciò che avrà udito (Gv.16,13). Soffermiamoci sul rapporto Silenzio-Parola l’esperienza del profeta Elia (1Re 19,12) una voce di silenzio.
Una crisi della fede porta anche ad una crisi della preghiera, la preghiera è la fede in azione. La preghiera è un modo di vivere che ci consente di vivere come figli di Dio insieme con gli altri, infatti Gesù quando chiama i discepoli cerca persone che imparino ad amare, a stare con tutti.